NEW YORK 8 NOV. “Oggi è un grande giorno per l’America e per i democratici”, ha esordito Hillary Clinton davanti ai suoi sostenitori all’Hotel Sheraton di Manhattan, a New York. “Vi ringrazio, in quanto siete stati sostenitori e fautori del cambiamento e per la fiducia arrecatami. Insieme riusciremo a dare all’America un altro assetto.” Trionfa, finalmente, l’ex first lady americana per aver riottenuto il suo seggio al Senato per lo Stato di New York con il 68% dei voti contro il 31% ottenuti dallo sconosciuto avversario John Spencer, ex amministratore locale e fervido sostenitore della guerra in Iraq. Accompagnata dalla preziosa famiglia, il fedele marito Bill e l’amata figlia Chelsea, Hillary rappresenta l’immagine della felicità e regala un altro grazie a tutti coloro che continuano ad appoggiarla e ad avere fiducia in lei, a tutti coloro che hanno puntato sui democratici scagliandosi contro Bush e la sua disastrosa guerra irachena. Contro i repubblicani propostosi come i più adatti a garantire la sicurezza nazionale: “Solo promesse” rincara la Clinton. A tal proposito, arrivano contestazioni da parte del portavoce di Gorge W. Bush che persuade di non votare democratico in quanto rappresenterebbe cedere la vittoria ai terroristi ed abbandonare l’Iraq. Incalza l’ex first lady “Non ci spingeremo verso uno sforzo continuo contro il terrorismo, ma anche per una nuova via verso l’Iraq che unisca tutti gli orientamenti politici”.
Dall’altra parte di New York, il rivale John Spencer non si pente di aver cercato fino alla fine di spodestare Hillary dal seggio senatoriale, resta orgoglioso della gara affrontata e rifarebbe tutto allo stesso modo. Non censura, però, le parole negative contro l’ex presidente americano e la moglie “re-senatrice” etichettandola come “una socialista, pro-immigrati clandestini, anti-armi e anti-Patriot Act, sostenitrice di un ordine mondiale decretato da un’Onu inefficace e corrotta”. Ignara di tutto la Clinton continua a brindare alla vittoria facile ed altrettanto costosa che ha richiesto la bellezza di 29,5 milioni di dollari, più di quanto ogni altro candidato si sia sognato di spendere per la propria propaganda elettorale. Tanti dollari per un seggio già suo di partenza?
Hillary aspira ad altro.
Il suo successivo passo è rivolto alla corsa alla nomination democratica per le elezioni alla Casa Bianca del 2008.
Emanuela Bartolone